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UNA QUESTIONE DI TIMING
bon.cla il 22 Sep 2011 - 22:11 |

Una questione di “timing”
Valerio Baselli - 22/09/2011
Dal 1984 al 2002 lo S&P 500 è cresciuto del 12,2% annuo, contro il 2,6% del fondista medio. Prova che le scelte individuali pesano più del mercato.
Dopo il peggior mese di agosto degli ultimi anni si prospetta un autunno molto caldo per le borse. La crisi del debito sovrano, le incertezze dei governi europei (italiano in testa), i conseguenti crolli dei mercati, la perdita del rating AAA per gli Usa, gli infiniti record dell’oro e le certezze di molti che svaniscono. In uno scenario del genere, i promotori e consulenti finanziari si sentono ripetere sempre la stessa domanda: come proteggo il mio portafoglio? Innanzi all’altissima volatilità delle ultime settimane, infatti, gli investitori hanno il terrore di vedere i propri risparmi andare in fumo e la prima reazione è quella di fuggire. Compresibile, certo, ma il voler allontanarsi dai mercati nel pieno dei crolli, significa monetizzare le perdite, rischiando di svendere i titoli in portafoglio.

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