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Thursday 23 February 2017 bon.cla il 23 Feb 2017 - 13:39 | Le elezioni presidenziali francesi, che si terranno il 23 aprile, per il primo turno, ed il 7 maggio per ilballottaggio, rappresentano un rischio politico importante a cui il mercato sta guardando con sempre maggiore nervosismo, viste le sorprese dello scorso anno (Trump, Brexit). Una parte dell’elettorato si sta spostando verso istanze populiste, anti-globalizzazione e anti-establishment un po’ ovunque e questo potrebbe significare che Marine Le Pen, candidata per il partito populista di estrema destra “Front National†(FN) e indicata dai sondaggi in vantaggio al primo turno con un 25% dei voti, riesca a vincere a sorpresa anche al secondo e diventi il nuovo presidente della Francia. La seconda economia dell’Area euro potrebbe così correre il rischio di essere guidata da un presidente che vuole indire un referendum per l’uscita dall’Unione Europea (e, di conseguenza, dall’euro), secondo quanto dichiarato dalla stessa Le Pen presentando il proprio programma elettorale pochi giorni fa. La stessa possibilità che la Le Pen possa arrivare al secondo turno riporterebbe prepotentemente in primo piano il rischio di break-up dell’euro e complicherebbe ulteriormente il funzionamento delle istituzioni comunitarie. Al momento i sondaggi, sebbene diano la Le Pen vincitrice al primo turno, la danno perdente al secondo turno contro i due candidati moderati potenziali sfidanti, con un margine sufficientemente ampio. L’esperienza passata insegna però che, mancando ancora molto tempo alle elezioni, queste condizioni possono cambiare. Comunque, anche nell’ipotesi che Marine Le Pen diventi il nuovo presidente, è molto probabile che debba “coabitare†forzatamente con un primo ministro non espresso dal suo partito (poiché il FN è molto lontano dal poter conquistare la maggioranza parlamentare), il che ne limiterebbe di molto i poteri. Inoltre, secondo i costituzionalisti francesi, per indire un referendum per uscire dall’euro sarebbe necessario modificare la costituzione e questo richiederebbe il controllo di entrambe le camere del Parlamento (Assemblea Nazionale e Senato), una condizione che al momento appare veramente improbabile. per leggere il report clicca qui link
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