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Tuesday 28 March 2017
AGGIORNAMENTO SUI MERCATI VALUTARI a cura di: Paolo Batori, Peter Butler e Riccardo Pellegrin
bon.cla il 28 Mar 2017 - 12:33 |
L'euro ha stabilito dall'inizio dell'anno un ampio intervallo di contrattazione contro il dollaro; tale intervallo è rimasto compreso tra 1.05 e 1.085 circa. Le principali determinanti della volatilità sono state la situazione politica europea e la retorica della Banca Centrale. Nel corso della riunione della BCE di marzo, il presidente Draghi ha utilizzato un tono più accomodante. Il consiglio direttivo ha escluso, sin dalla dichiarazione di apertura, la possibilità che i tassi si muovano ulteriormente al ribasso, e sembra sia stata valutata l’ipotesi che i tassi di interesse possano aumentare nel futuro prima della fine del Quantitative Easing. Ciò ha portato ad un euro stabile, capace di contrastare i forti dati dagli Stati Uniti e tassi di riferimento americani più alti. Una chiara inversione con quanto registrato nei passati trimestri.

La vittoria delle elezioni presidenziali americane da parte di Trump ha scatenato quattro chiare tendenze di mercato sul finire del 2016: i) la forza dei mercati azionari, ii) il rafforzamento del dollaro, iii) l’aumento dei rendimenti del debito americano, iv) la debolezza dei mercati emergenti.

Le politiche di Trump sembrano però potenzialmente causare effetti contrastanti: 1) lo stimolo fiscale, tramite la riduzione delle aliquote di tassazione aziendale, punta a spingere la crescita ma potrebbe surriscaldare il motore economico; 2) il protezionismo, dall’altra parte, mira ad un aumento dell’occupazione in USA, ma eventuali barriere al commercio internazionale potrebbero implicare una eccessiva forza del dollaro.

Le divise emergenti dovrebbero essere ben equipaggiate per assorbire i rischi attesi. L’analisi storica sembra dimostrare che un paniere ben diversificato di divise emergenti (contro euro) potrebbe migliorare il profilo di rischio-rendimento del portafoglio in caso di normalizzazione dei tassi (sia in USA sia in Europa), oppure di aumento del costo di finanziamento nella periferia europea o nel caso di incremento del prezzo del petrolio; allo stesso tempo invece un forte rafforzamento del dollaro americano potrebbe mettere a rischio la strategia spiegata. Alcune conclusioni speculari si possono trarre nel caso di un paniere di divise di paesi sviluppati. Scendendo nella selezione specifica, preferiamo strategicamente il peso messicano, la rupia indiana ed indonesiana, lo zloty polacco e, tatticamente, la lira turca nelle economie emergenti, mentre in quelle sviluppate preferiamo il dollaro USA e, tatticamente, lo yen giapponese.

Per conoscere nel dettaglio le tendenze delle singole divise clicca qui link

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