L’esito delle elezioni parlamentari italiane riporta al centro dell’attenzione la rilevanza delle spinte politiche di natura populista e anti-establishment, un tema passato relativamente in secondo piano nell’Area Euro dopo l’affermazione di Macron in Francia nella primavera dello scorso anno. Il risultato delle elezioni ha però, a nostro avviso, implicazioni sistemiche piuttosto limitate, almeno nel breve periodo.

Le sorprese più rilevanti del risultato elettorale sono infatti rappresentate, da un lato, dall’affermazione chiaramente superiore alle attese del Movimento 5 Stelle e della Lega e, dall’altro, dalla disfatta del PD, che ha guidato le coalizioni di governo negli ultimi 5 anni. Il voto manda, nel complesso, un segnale di cambiamento, di cui non è però facile trovare la coerenza e risulterà probabilmente difficile definire maggioranze solide di governo nel prossimo parlamento. Questo plausibile scenario d’incertezza è però temperato, a nostro avviso, dalla bassa probabilità di soluzioni “estreme”.

La reazione del mercato è stata “composta”, con lo spread tra BTP e Bund e la borsa italiana che sono rimasti sostanzialmente stabili*. Le nostre analisi dei fondamentali macro ci mostrano un livello di spread BTP – Bund sostanzialmente corretto in area 120 – 130 punti base, dunque non distante dai livelli attuali. Da qui gli scenari principali possono essere tre, ma quello che maggiormente è riflesso nelle valutazioni è la creazione di una coalizione tra (almeno) due dei principali gruppi parlamentari, che possa dar vita ad un governo magari non stabilissimo ma con alcuni elementi di continuità. Questo scenario era quello privilegiato dal mercato prima delle elezioni e appare ancora il preferito dei mercati, tenuto conto della reazione di oggi. In questo caso nel medio periodo gli asset italiani possono fare bene perché il mercato è tranquillizzato dalla complessiva governabilità del paese, per quanto non espressione di accordi pre-elettorali, e dall’assenza di soluzioni estreme.

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